Il capocollo è la parte del maiale compresa tra il capo e il lombo.
Nota in diverse zone d’Italia come coppa (nell’Italia settentrionale), scamerita (in Toscana) e locena (Italia meridionale), il capocollorappresenta una delle specialità della cucina tradizionale calabrese alla quale non si può assolutamente dire di no.
Nonostante le prime prove della sua produzione risalgano al Settecento, in realtà sembra che la lavorazione della carne di maiale avvenisse già si tempo della Magna Grecia.
Il capocollo originale calabrese viene prodotto solo ed esclusivamente con maiali nati, allevati e macellati in Calabria.
Le fasi di lavorazione della carne partono dalla:
– selezione del lombo: che viene accuratamente tagliato, disossato, e separato dal grasso superficiale che non deve superare i 4 mm di spessore;
– salatura: la carne viene massaggiata e ricoperta con del sale;
– riposo: il prodotto salato viene fatto riposare per 4-8 giorni;
– lavaggio: con acqua e aceto e coperta con pepe nero;
– insaccatura: la carne così lavorata viene insaccata nel diaframma di maiale e quindi legata con dello spago.
Il prodotto così lavorato viene appeso e fatto stagionate per almeno cento giorni.
Ma quali sono tre buoni motivi per assaggiare il capocollo calabrese:
1) il capocollo calabrese è un prodotto nato dalla tradizione e dalla cultura di una regione legata alle proprie origini;
2) il prodotto è al 100% naturale. All’interno della carne, infatti, non viene inserito alcun conservante chimico che potrebbe risultare tossico per la salute delconsumatore;
3) il gusto del capocollo è unico e corposo. Il prodotto può essere consumato un due fette di pane casereccio tagliate sottili oppure come antipasto alla calabrese
insieme a tante altre prelibatezze della nostra terra!